Meglio di niente, poco di più

Meglio di niente, poco di più

Di Luciano Scateni

Nel manuale del bravo mister, alla voce strategie, domina il suggerimento del come non prenderle. La soluzione con meno rischi e forse più agevole si trova alla lettera ‘t’, alla voce tatticismi e questa sera, a farne tesoro nello Stadium tutto in bianconero per il ‘niet’ all’ospitalità di tifosi azzurri con   residenza a Napoli ne hanno fatto tesoro il Thiago Motta reduce dalla perfezione del campionato alla guida del Bologna e Conte, che sulla giacca d’ordinanza non ha più lo spazio per un’altra medaglia al valore calcistico. Risultato: fosse già tempo di scrutini sulle rispettive pagelle sicuramente non troverebbe spazio il dieci in condotta che conduce al tricolore. Equilibrismo da ‘Circle de solel” sui due fronti per blindare il dispositivo antigol, varchi bloccati, pressione a mille. L’esito di Juve-Napoli sta tutto nello zero a zero, indicatore esplicito di sterilità. Effetti collaterali della difesa a oltranza? Forse l’abulico stare in campo senza gloria e senza onore delle due star azzurre: Lukaku si è ‘goduto’ la lectio magistralis del carioca Bremer, Kvara ha vissuto un pomeriggio sabatico di disimpegno psicofisico. Prima o poi chi scrive si augura di ottenere il placet di Conte per un’intervista spregiudicata, impertinente. Gli chiederebbe di disegnare alla lavagna, perché sia chiaramente visibile, la sua altalenante propensione per modelli dello stare in campo delle squadre che allena: 4-2-3-1, 4-4-2 e fantasiose varianti in corso d’opera.  Ancora, sarebbe interessante conoscere la scelta ragionata di smontare l’intero fronte offensivo (Lukaku, Kvara, Politano) a 15 minuti dal 90esimo, arco di tempo per impossibile adattamento dei panchinari (Folorunsho al battesimo in prima squadra) in una competizione così prossima al the end. E c’è di meglio. Minuto 87, sì 87, via Lobotka, dentro Gilmour. Beninteso, il risultato di parità in quel di Torino non proprio da buttar via, ma non né neppure il risultato auspicato di un Napoli rinforzato, ma finora poco migliore della squadra ereditata dall’eccelso e giustamente osannato Conte. 

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