Intervista a Carla Pistola,
a cura del sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello.
È difficile concretizzare opere in diverse discipline operative, oggi?
Non è mai stato facile credo, specialmente al giorno d’oggi dove l’arte più che mai si mescola alla tecnologia.
Lavorare su diverse discipline richiede una mente aperta e la capacità di adattarsi ai continui cambiamenti del mondo dell’arte.
A me piacciono le sfide e provare i diversi medium soprattutto per comprenderne la tecnica e il messaggio, come tutti gli artisti ho una curiosità innata da soddisfare e trovo che lavorare su diversi fronti sia essenziale per mantenere viva la mia creatività e per esprimere appieno la mia visione artistica.
La vita è così stimolante, ricca e piena di conoscenze da apprendere che non si termina mai di imparare e sperimentare e affrontare sfide …
Vuoi trasferirti a Parigi, Londra o NY?
Ne sono affascinata e sarebbe fantastico aprire uno studio in una di queste città cosi esclusive, innovative con la loro storica centralità nel mondo dell’arte; sono porte aperte sull’universo umano e non solo, ma per ora preferisco mantenere la mia base in Italia, dove traggo l’ispirazione di cui necessito e dove ho sviluppato una rete significativa di contatti e collaborazioni che continuano a crescere e a darmi soddisfazioni.
Tuttavia, la mia curiosità e amore per le sfide mi porta a essere aperta a nuove esperienze e collaborazioni, non escludo quindi la possibilità di trascorrere periodi di lavoro in queste metropoli per progetti specifici.
Quali progetti vorresti sviluppare nel 2024 e dove e con chi?
Ho molte idee e progetti che sto portando avanti, vorrei esplorare la connessione tra arte e tecnologia, collaborando con esperti di realtà aumentata e intelligenza artificiale.
Mi piacerebbe sviluppare delle installazioni interattive, dove il colore sia elemento fondamentale, in quanto mezzo attraverso cui esplorare le profondità dell’animo umano e veicolo di energie ed emozioni, che possano essere esposte in diverse gallerie nazionali ed internazionali, coinvolgendo altre figure, tra cui artisti che condividono la mia stessa visione.
Credo, infatti, che il colore abbia delle potenzialità espressive e comunicative al pari della musica, Kandinsky diceva che il colore risuona nell’animo alla stessa maniera in cui vi risuonano le note musicali, lo credo anch’io e non solo dato che oggi ci sono studi professionalizzanti riguardo la personalizzazione dei colori, pensiamo ad esempio all’armocromia e alla cromoterapia, la prima sta spopolando nel mondo della moda e del make up!
Si tratta di un metodo che valuta attraverso i colori della pelle, occhi e capelli, quali tonalità di make up riescono a esaltare maggiormente la nostra bellezza. La cromoterapia è, invece, una forma di terapia che si basa sull’uso della luce e dei colori per modificare l’aspetto visivo di un ambiente, migliorando così il benessere della persona che lo abita.
Penso quindi, fermamente, che anche un dipinto dalle cromie armoniose, forti o delicate, possa generare benessere nell’ambiente in cui viene posto e conseguentemente alle persone che lo frequentano.
Ci sono molti artisti che basano la loro arte sul colore e ho interessanti contatti con cui collaborare nei diversi progetti che si evolveranno nel 2025 ma è ancora prematuro parlarne.
Infine, mi piacerebbe prendere parte a una residenza artistica.
La stampa ti ha seguito, ultimamente?
Ho ricevuto una buona copertura mediatica durante le fiere a cui ho partecipato, in particolare a Padova e Genova e riguardo la mostra BREATH Life, dove il colore è stato messaggero di pace e bellezza in contrasto con le controversie che si è solito assistere quotidianamente nelle nostre tv.
Inoltre, c’è un crescente interesse per il mio modo di utilizzare il colore come elemento centrale nelle mie opere per questo ho ricevuto attenzioni da vari blogger e riviste on line che hanno pubblicato delle mie interviste o articoli al riguardo, cito tra questi ARTCAST di Roberto Recchimurzo, IMGPRESS di Roberto Gugliotta e Capocronaca.
Hai partecipato a Fiere d’Arte?
Ho partecipato a diverse fiere d’arte, sia a livello nazionale, a Genova e Padova, che internazionale a Zurigo. Queste occasioni sono fondamentali per confrontarsi con altri artisti e per presentare il proprio lavoro a un pubblico più ampio e ogni volta è stata un’esperienza preziosa per far conoscere il mio lavoro e confrontarmi con artisti e collezionisti.
Credi che l’arte andrà avanti su altri canoni e codici?
L’arte è in continua evoluzione e credo che si stiano sviluppando nuovi canoni e codici.
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia e la globalizzazione stanno ridefinendo i confini dell’arte.
Penso che nei prossimi anni assisteremo a cambiamenti ancora più radicali, l’intelligenza artificiale fa già parte del nostro quotidiano, ma non credo potrà mai sostituire l’uomo, le manca l’intuizione …
La classica forma espressiva degli artisti quale la pittura non potrà mai svanire, fa parte dell’abilità umana frutto di tecnica, genialità sì, ma anche di stati d’animo ed emozioni …
All’interno di un dipinto o scultura c’è la storia dell’artista.
Nelle sue mani sporche di polvere, colore e sudore c’è il calore di un cuore vissuto tra amori e disperazioni, esse trasudano racconti di vite … la tecnologia a mio avviso può risultare un po’ più asettica e fredda, ma sarà, comunque, una sfida esplorare e intersecare queste nuove vie dell’arte con quella classica.
Attualmente, il mercato dell’arte è florido?
È un mercato in costante cambiamento, ma c’è una vitalità che emerge, soprattutto, nelle fiere e negli eventi di settore.
C’è un rinnovato interesse verso artisti emergenti e verso linguaggi visivi che mettono al centro il colore e l’emozione, inoltre c’è molto interesse verso le opere che esplorano nuove prospettive e stili.
Questo dinamismo è un segnale positivo per tutti noi artisti, speriamo riportino il mercato dell’arte ad essere fiorente come un tempo.
Perché l’arte va avanti, nonostante alti livelli epidemici e stati di guerra?
L’arte è una necessità dell’essere umano.
Infatti, fin dall’antichità ancor prima della scrittura, sono nati i disegni, pensiamo all’arte rupestre del Paleolitico Superiore (36.000÷10.500 a.C.) che si manifesta attraverso incisioni o pitture eseguite sulle pareti interne di grotte naturali, gli oggetti incisi o disegnati sulle pareti.
Ha sempre trovato il modo di sopravvivere, anche nei momenti più difficili.
E’ un mezzo per esprimere emozioni, pensieri e resistere alle avversità.
Anche durante le pandemie o le guerre, l’arte offre speranza, è un modo per connettersi con gli altri, permette di ripolarizzare le energie negative che si sviluppano durante questi bui periodi, poiché l’incertezza riguardo il futuro, sprigiona sempre paura e crea menti agitate che emanano ed attirano energia negativa.
In questo caso l’arte riesce a calmare i pensieri, a far riflettere, quietare le menti e gli animi e dare nuova energia positiva al tutto.
Essa genera gioia di vivere, di amare, di socializzare, crea fiducia e rasserena i cuori, fa vivere un periodo di eterno innamoramento elevando gli animi umani a livelli superiori permettendoci di vedere il mondo secondo punti di vista diversi, ciò fa in modo che tutto si modifichi e si adatti ai nostri sentimenti. Possiamo anche affermare che l’arte è capace di dar luogo al fenomeno che le neuroscienze denominano GRANDE BELLEZZA, per esattezza in chi osserva una bella opera d’arte si mettono in moto tutti i sensi compresi quelli motori, provocando così una sensazione di appagamento che è pari all’estasi.
Tutto questo conferma la sua azione benefica e il motivo che la rende così preziosa e inintaccabile in qualsiasi periodo negativo si sviluppi intorno all’uomo.
Il mondo ha bisogno di bellezza!!!!
Io con le mie opere cerco di portare serenità e gioia.
Vedi la tua città nel contesto attendibile del circuito dell’arte contemporanea?
La mia città ha un enorme potenziale.
C’è fermento creativo e ci sono molti artisti di talento.
C’è soltanto un neo in tutto ciò, tra artisti si fa poco gruppo e ci si confronta poco.
Ognuno lavora nel suo microcosmo, che espande in autonomia, questo limita lo sviluppo di un vero circuito artistico contemporaneo.
Mi piacerebbe vedere più collaborazione e un ambiente più stimolante, che possa avvicinare di più gli artisti tra loro.
Il tuo prossimo obiettivo espositivo?
Sto già lavorando su nuove opere che presenterò nella prossima edizione della Fiera di Padova.
Inoltre, sto esplorando altre opportunità espositive sia in Italia che all’estero. Sempre con l’idea di portare avanti il mio linguaggio basato sul colore, il mio prossimo obiettivo è organizzare una mostra personale, che esplori temi profondamente legati all’esperienza umana e alle emozioni e all’interazione, che si sviluppa tra artista e fruitore.
Sto lavorando a una serie di nuovi dipinti caratterizzati da cromie vibranti e intense, capaci di toccare l’animo umano.
Nel progetto includerò delle fotografie inedite che mi vedono come protagonista; sarà un progetto ambizioso e non vedo l’ora di condividerlo con il pubblico.
Ho diverse proposte da valutare e sono stata, inoltre, chiamata a collaborare in un’idea innovativa frutto dell’idea del fotografo Stefano Petrella art, ideatore e direttore artistico del progetto, ma è ancora prematuro parlarne.
Posso dire, però, che riguarda l’inclusione sociale.
Insomma, ci sono situazioni che è meglio non svelare prima che accadano … aspettiamo il tempo giusto …
Quindi, non vi resta che seguirmi sui vari social come Instagram, Facebook, Linkedin e etc. per rimanere aggiornati sulle mie prossime esposizioni.