STRIMINZITO, DELUDENTE 1 A 1 CON L’UDINESE
Di Luciano Scateni
Iella? Forse. Meret poco reattivo? Forse. Fatto sta che i signor Ekkelenkamp, distante 25 metri dalla porta del Napoli si libera in modo sciatto del pallone, svirgolato e con una pedata più cross che tiro in porta trova un incredibile gol, nell’angolo alla sinistra del portiere azzurro ‘esterrefatto’. È l’uno a uno ma se si assegnasse la vittoria ai punti sarebbe dei friulani. Più squadra l’Udinese, partita progettata al meglio da Runjaic, favorito da un Napoli discontinuo, a tratti asfittico, impacciato, vuoto di energia, privo di determinazione e con l’handicap di un centravanti inconcludente, di un sostituto di Kvara evanescente, di un reparto difensivo, almeno stasera per nulla insuperabile. E di più, perplessità per un accreditatissimo tecnico alle prese con mal risolti problemi di cambi tattici in corso d’opera e sostituzioni quasi allucinanti. Per capire di che si parla, l’ingresso al minuto 87 (sic, 87) di Okafor che il dg Manna intervistato prima della partita, ha detto non pronto per il momento a fare il suo debutto. Primo tempo modesto e complimenti all’Udinese pericolosa più volte, il secondo a distanza siderale dalla qualità richiesta a chi anche se sottovoce immagina la scalata vincente al quarto scudetto. La partita racconta corsi e ricorsi, ma la storia non c’entra e nemmeno Gian Battista Vico. Descrive semplicemente un tic verbale, uno stereotipico vezzo dei coach e per una volta, una sola, piacerebbe ascoltare dichiarazioni del ‘capitano di lungo corso’ Antonio Conte diverse dal solito aggettivo “difficile” alla vigilia di ogni partita, anche con avversarie di molto inferiori. Il paludatissimo mister fa ‘buon viso a cattivo gioco”, errore: De Lau e Manna annunciano e smentiscono quasi contemporaneamente acquisti da squadra scudetto e Conte commenta così la promessa non mantenuta di arricchire l’organico con un paio di calciatori da scudetto: “Se non arrivano pazienza, il mercato è fumo negli occhi, quel che serve è un centro sportivo autonomo, un qualificato settore giovanile. L’Udinese? Ottima squadra, fisica, strutturata, pericolosa nei calci da fermo” (magari lo fosse stato solo per questo). Esce deluso dal ‘Maradona’ l’ottimismo dei “forza Napoli sempre” e riflette sul caso del far qualcosa del tecnico azzurro, sui cambi in massa al fatidico minuto 70: Simeone-Lukaku, Ngonge-Politano, Gilmour-Lobotka, Raspadori-Angusisa, Okafor-Neres. Di notevole? L’elevazione stellare di Mc Tominay dell’uno a zero, di un colpo di testa da antologia. Allora, il pareggio interno con i friulani non influenza la leadership solitaria degli azzurri, ma è una nuvola grigia nel cielo stellato del Napoli.