di Valery Kenney
La tensione nell'aria stava diventando insostenibile. L'odore dei disinfettanti usati per pulire quell'ambiente stava iniziando a dargli il voltastomaco e risultava sempre più complicato mantenere la calma. Perché i medici dovevano fare sempre quegli infiniti giri di parole, per comunicare notizie spiacevoli? Sapeva quanto gravi fossero le sue condizioni, che senso aveva continuare a girarci intorno?
“Per farla breve, signor Wright, purtroppo le cure non hanno sortito alcun risultato. Come saprà si trova ad uno stadio terminale della sua malattia, abbiamo provato a contenere il più possibile il suo diffondersi, ma le sue aspettative di vita si sono drasticamente ridotte, per cui non…”
“Quanto mi resta?” lo interruppe Aiden con un filo di voce, sgranando i suoi occhi chiari come il ghiaccio, coperti da un paio di occhiali da sole.
“Qualche settimana, al massimo un mese. Come le dissi nella scorsa seduta, operarla sarebbe del tutto inutile ormai, il suo male si è sviluppato troppo velocemente, nonostante tutti i nostri tentativi di rallentarlo.” rispose il dottor Bennett, in tono affranto.
Rachel, una ragazza abbastanza alta dai lunghi capelli corvini e occhi verde smeraldo, nonché migliore amica di Aiden, strinse ulteriormente la presa sul braccio di quest'ultimo, finché le sue nocche non sbiancarono del tutto. Il ragazzo non poteva vedere la sua espressione, ma poteva immaginare il suo stato d'animo. Ormai la reputava una sorta di sorella maggiore, nonostante fosse lui il più grande, tra i due. Erano sempre stati molto legati, fin dalla più tenera età.
Quando erano piccoli, i loro compagni di scuola li canzonavano di continuo, poiché sembravano quasi una coppia, ma a loro non importava: il loro legame era troppo forte, niente avrebbe potuto rovinare la loro amicizia. All'età di tredici anni, tuttavia, la vista del maggiore iniziò a peggiorare sempre di più, fino a quando, a soli sedici anni, non riuscì a vedere più nulla. Per Aiden fu una disgrazia: aveva sempre amato qualsiasi forma d'arte, aveva sempre sognato di diventare un pittore, e a causa di quel terribile avvenimento non avrebbe mai potuto realizzare il suo più grande sogno.
Rachel, tuttavia, gli rimase sempre accanto. Ogni mattina, prima delle lezioni, si precipitava a casa dell'amico, così da aiutarlo a scegliere i vestiti e a pettinare i suoi capelli biondi e mossi, ai quali il ragazzo teneva molto, per poi dirigersi con lui all'accademia delle belle arti che frequentavano. Diversi anni dopo, la madre del maggiore morì improvvisamente a causa di un incidente stradale, lasciandolo solo, ragion per cui la ragazza dagli occhi verdi lo ospitò del piccolo appartamento che aveva comprato pochi mesi prima. Inizialmente nessuno dei due si preoccupò più di tanto delle costanti emicranie di Aiden, nonostante la sofferenza stesse diventando insostenibile. Si decisero a consultare un medico solamente quando il biondo si ritrovò a vomitare svariate volte al giorno a causa del dolore, ma ormai era troppo tardi: quest'ultimo aveva un tumore al cervello, anche parecchio sviluppato.
La ragazza dai capelli corvini iniziò a tremare. Non poteva perderlo per sempre… Con lui se ne sarebbe andata una parte della sua vita troppo grande, che le avrebbe lasciato un vuoto immenso, e mai nessuno sarebbe riuscito a colmarlo. Nel preciso istante in cui uscirono dall'ospedale, tuttavia, decise di mettere da parte tutti i suoi sentimenti: quelle sarebbero pur state le ultime settimane in compagnia del suo migliore amico, ma sarebbero state le più belle della loro vita, avrebbe fatto tutto il possibile per riuscire nel suo scopo.
Aiden non aveva la minima idea di quali fossero le intenzioni dell'amica, cosa che, però, non durò che qualche ora. La sera stessa, infatti, nonostante si sentisse veramente stanco, Rachel lo convinse ad uscire. Non gli svelò la loro meta, ma il maggiore, non appena entrarono in quell'edificio silenzioso, riconobbe subito l'odore inconfondibile dei libri appena stampati, dunque percepì si trovassero in libreria. Aveva sempre amato i romanzi, specialmente i gialli, che la sua amica leggeva tutte le sere per lui.
Quella fu soltanto la prima delle innumerevoli esperienze piacevoli in quelle settimane: i due amici si recarono a tutti i concerti organizzati in città, mangiarono nei migliori ristoranti della zona e fecero lunghissime passeggiate all'aperto, guidati da quel leggero tepore primaverile e dal profumo dei fiori dai mille colori.
Rachel aveva appena finito di asciugare i capelli dorati del ragazzo. Erano appena le sei del pomeriggio, il sole era ancora alto in quell'infinita distesa celeste priva di nuvole. Erano passate circa tre settimane dalla dolorosa notizia del dottor Bennett, ma erano entrambi sereni. La ragazza era elettrizzata come non mai: quella sera aveva preparato una sorpresa speciale, per Aiden.
“Allora Rachie, dove mi porti stasera?” domandò quest'ultimo.
“Vedrai.” rispose lei misteriosa, sorridendo per il soprannome.
Il ragazzo dagli occhi azzurri non dovette aspettare a lungo: dopo una quindicina di minuti, infatti, il suolo divenne decisamente morbido e lo fece quasi sprofondare. Il verso dei gabbiani si insinuò nelle sue orecchie, l'odore dell'acqua marina lo inondò di felicità, quella felicità genuina di un bambino davanti al suo regalo di natale, o quella di un cane nel rivedere il suo padrone dopo una giornata intera.
“Rachie… Mi hai portato al mare?” domandò, entusiasta.
“Già, sono o non sono l'amica migliore al mondo?”
“C'è bisogno di chiederlo?” rispose lui, stringendole la mano.
Rachel, tuttavia, non si era limitata a quello: aveva organizzato un vero e proprio picnic. Mangiarono sulla sabbia umida, cullati dal suono delle onde. Aiden si sentiva stanco come non mai, ma non si era mai sentito così vivo, prima di allora.
“Rachie?” chiamò, una volta che ebbero finito di mangiare i muffin alle fragole.
“Sì?”
“Sai, non ti ho mai ringraziato per tutto quello che hai fatto per me. Sei la migliore amica che potessi desiderare, non so cosa io abbia fatto, per meritarti. Prometti di non dimenticarmi quando…” il biondo non terminò la frase, ma l'amica comprese ugualmente.
“Non lo farò mai, te lo prometto.” il suo sorriso iniziò a vacillare.
Il silenzio regnava ormai da qualche minuto, quando Aiden prese di nuovo la parola, togliendosi gli occhiali da sole e rivelando i suoi occhi dal colore del ghiaccio.
“Rachie… Riesco a vedere il tramonto sul mare! È bellissimo…” mormorò, osservando, per la prima volta da quando aveva sedici anni, i riflessi del sole al tramonto, che tingevano l'acqua ed il cielo di meravigliose sfumature ramate.
“Tu… Riesci a vederlo?!” Rachel non riuscì a nascondere un tono sorpreso.
“È meraviglioso… Il tramonto sul mare…” ripeté nuovamente, sorridendo, mentre i suoi occhi azzurri si spegnevano, definitivamente, e la sua vita scivolava via, come le conchiglie trasportate dalla schiuma del mare.