Mettiamoci una toppa: Tudor? Cannavaro?
Di Luciano Scateni
L’immenso Giosuè Carducci poetò così,
con la voce affranta e le parole strazianti di Jauffré Rudel:
“Contessa, che è mai la vita?
È l’ombra d’un sogno fuggente.
La favola breve è finita,
Il vero immortale è l’amor”.
In volgare: gli azzurri ci hanno fatto sognare, e continuiamo a farlo, ma il Napoli di Garcia ci strappa dalle piacevolezze dell’onirico e racconta che replicare il trionfale exploit dello scudetto è un sogno, è utopia. La favola breve è finita con il vergognoso default dello 0 a 1 subito dai penultimi in classifica. Lo sradicamento dell’impresa scudetto ha radici pregresse, il suo ramo principale è l’esodo da “chist’è ’o paese d’o sole”, del binomio Spalletti-Giuntoli, mai in piena in sintonia con il De Lau… proprietario, presidente, direttore sportivo e allenatore aggiunto del Napoli. Gli effetti collaterali, immediati? Da esperto illusionista finte trattative con prestigiosi tecnici e stelle del calcio europeo, tutto in rapida scomparsa dai media e tre ‘colpi’ annunciati con enfasi: i giovani di belle speranze Natan, Lindstrom, Cajuste, affidati alle capacità tutoriali di Rudy Garcia, ovvero ad un allenatore con un curriculum non esaltante, in particolare con burrascosi trascorsi romani, imbarcato sull’ammiraglia battente bandiera tricolore, con modica spesa. Dubbi, perplessità, timori, già all’esordio del precampionato: nessun segno visibile di un work in progress interessante, della potenzialità dell’organico, zero personalità e una decina di stop degli azzurri, provocati da infortuni muscolari che i denigratori addossano al preparatore atletico (altro ex Roma, accusato a suo tempo per anomali acciacchi muscolari)). Evidente l’assenza di empatia del tecnico con la squadra, plateale la rabbia di chi non ha condiviso le sostituzioni con gesti inequivocabili, evidente lo smarrimento collettivo per cambi intempestivi, fuori di ogni logica, spesso in zona Cesarini, quando gli entranti non hanno avuto il tempo di ambientarsi. Un brutto Napoli ha eroso la tollerante pazienta dei tifosi fino ai fischi di ieri pomeriggio la tollerante pazienza dei tifosi. Contestato l’invito di De Lau… a rinviare la ghigliottina, in attesa di buone nuove. Dopo il mezzo calvario, l’attesa decisione di salutare Gracia e inizia il toto-allenatore. Smaltito l’affronto del doppio rifiuto di Conte, spunta il nome del croato Tudor, ex calciatore juventino alla prima esperienza di tecnico con l’Olympique de Marseille, appena abbandonato, ma è in pista anche Cannavaro come traghettatore. L’utopia? Zidane, divorziato dal Real Madrid, ma probabile un nuovo rattoppo. Impietoso, tranchant il commento alle disavventure del Napoli di un internauta su Facebook: “Per le squadre che hanno vinto un campionato ogni 30 anni è da sempre così. Non hanno nel Dna il bis, ad eccezione di Inter, Juve, e Milan”. La favola breve è finita, il vero immortale è l’amor (dei napoletani per gli azzurri), ma usque tandem?).