DISUMANITÀ
Di Luciano Scateni
Lo smartphone vomita notizie a ritmi galoppanti. Vere o false, raccontano comunque la disumanità degli umani, la loro ‘Grande Bruttezza’, egoismo, aggressività, prepotenze, intolleranza, odio. Su queste radici marce cresce la malapianta delle guerre, del razzismo, della violenza. Se le tragedie dell’Ucraina e di Gaza sono il peggio del nostro tempo malato, non è da meno il racconto drammatico di fatti e misfatti dei singoli e collettivi: corruzione, omicidi, incidenti stradali mortali e vittime spesso giovanissime, morti di operai al lavoro, sismi. Per eventi particolari, come il festival di Sanremo, valanghe di news, interviste, indiscrezioni, polemiche, programmi di ogni genere, tele e radio giornali. E lo scempio di insulti razzisti rivolti al rapper napoletano Geolier, ma anche l’opposto della targa a lui dedicata dal sindaco Manfredi che lo ha invitato all’Università. Il titolo da prima pagina e con spazio adeguato lo merita il caso di un sacerdote che definire anomalo è fargli un favore. Il prete, tale don Ambrogio Mazzai, veronese (non a caso di una delle città razziste d’Italia), si diletta di navigare sul micidiale social Tik Tok e vanta di essere un influencer seguitissimo (350mila followers e 12 milioni di like, a dimostrazione di quanti sono gli italiani balordi), pubblica un video e confessa di non aver mai guardato Sanremo, ma assicura di essere aggiornato sulla kermesse canora e sentenzia: “A Sanremo canzone non in italiano. È stata fatta arrivare in alto nelle classifiche, comprando i voti con una schifosissima mentalità mafiosa”. Si riferisce al cantante napoletano Geolier. Nessuna scusa per questo laido insulto, commenti al video bloccati dal prete e una seconda clip, nel tentativo di rimediare e la bugia “Non mi riferivo a Geolier, non conosco la sua canzone”. Poi, Da ignorante, l’accusa a Sanremo di aver ospitato per la prima volta una canzone in dialetto. Falso, in passato Sanremo ne ha proposte più di una. Di pari scelleratezza è il comunicato dell’Ad Rai Roberto Sergio (consegnato a Mara Venier in piena conduzione di Domenica In), completamente sbilanciato a favore di Netanyau. La Venier: “Lo condividiamo tutti noi”, frase falsa, da subordinata al ‘padrone’. Non meno grave la sua contestazione dei cantanti Denger e Ghali per frasi pacifiste, “stop al genocidio”. Feriti, sanguinanti i ragazzi che ieri hanno protestato in via Marconi, ai cancelli della Rai napoletana contro la disinformazione, che ignora il massacro dei palestinesi.