Pop  Beat Art

Pop  Beat Art

L’energia dell’arte italiana non aveva paragone in nessun altro paese d’Europa […]

Peccato che non si poteva chiamarlo, all’ epoca, Neo-Futurismo

[ Alan Jones]

Di Sanja Vujosevic Facchini

 

Pop/ Beat art italiana è un movimento artistico che si sviluppò tra il 1960 e il 1979, influenzato dalla cultura popolare e dalla generazione beat. Gli artisti pop e beat italiani espressero una visione ottimistica del futuro, un impegno sociale e politico, e una creatività innovativa, distinguendosi dalle correnti americane.

E un termine che indica la “confrontazione e l’innovazione” tra le due correnti artistiche più influenti degli anni ’60 e ’70 in Italia: la “Pop Art “ che rappresenta una vera e propria rivoluzione del mondo dell’arte. Abbreviazione del termine Popular, è un movimento artistico di cambiamento, che voleva trovare un punto di incontro tra arte e persone comuni, abbandonando completamente il concetto di arte per pochi. La Pop, con le sue espressioni colorate, ironiche e provocatorie, ha esplorato le potenzialità della comunicazione visiva e della cultura di massa.

Perché nasce la Pop Art?

La pop art nasce come contrasto all’espressionismo astratto, movimento nato nello stesso periodo e che cerca l’ispirazione nelle emozioni del pittore (uno dei suoi maggiori esponenti è Jackson Pollock). Gli artisti pop art al contrario volevano rappresentare la società dell’epoca, diventata consumistica dopo il boom economico del dopoguerra.

 

Cosa vuole esprimere la pop art?

Il concetto fondamentale che la pop art vuole esprimere è la riproducibilità dell’arte, non più opera unica ma riproduzione ripetitiva e quasi meccanica, simbolo della ripetitività della cultura di massa.

I quadri pop art vogliono provocare, mettere lo spettatore davanti alla realtà, alla società basata sul consumo e sullo spreco, per questo i soggetti preferiti dagli artisti pop art sono gli oggetti comuni e i personaggi famosi, che grazie ai loro disegni diventano vere opere d’arte.

Mentre la Beat, con le sue proposte esistenziali, politiche e creative, ha sfidato le convenzioni sociali e artistiche. In Italia, queste due tendenze si sono messe in dialogo, creando un sentire comune di quegli anni legato a una visione ottimista del futuro e all’impegno movimentista del Sessantotto. Si tratta di un’arte che esprime una visione critica e anticonformista della società, della politica e dei valori dominanti attraverso forme espressive innovative e sperimentali, come la musica, la poesia, il teatro, il cinema e le arti visive

Alcuni degli artisti più rappresentativi della Beat art italiana sono:

  • Gianni Milano, considerato il padre della Beat Generation italiana, autore di romanzi, racconti, poesie e canzoni, che descrivono la vita dei giovani ribelli e marginali delle grandi città.
  • Nat Scammacca, fondatore dell’Anti gruppo siciliano, un movimento di artisti e intellettuali che proponeva una “estetica filosofica populista”, basata sul recupero delle tradizioni popolari e della lingua siciliana.
  • Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore, regista e critico, che esplorò i temi dell’identità, della sessualità, della religione e della violenza, con uno stile provocatorio e controverso.
  • Franco Angeli, pittore e scultore, che utilizzava materiali poveri e di recupero, come cartoni, sacchi, bandiere e simboli, per creare opere di denuncia sociale e politica.
  • Mario Schifano, pittore e cineasta, che sperimentò diverse tecniche e linguaggi, come la pittura monocroma, il collage, la fotografia, il fumetto e il video, per rappresentare la realtà mediatica e consumistica.

Se vuoi saperne di più sulla Beat art italiana, puoi visitare la mostra POP/BEAT Italia 1960-1979. Liberi di sognare, che si terrà fino al 30 giugno 2024 nella Basilica Palladiana di Vicenza.

La mostra ha voluto raccontare il clima effervescente e innovativo di quegli anni , in cui gli artisti e i  giovani erano “ liberi di sognare” che ben risponde al sentimento di fondo di quel particolare periodo storico.

 

 

 

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