Breve intervista al grande artista Nino Attinà,
a cura di Maurizio Vitiello
È difficile operare in diverse discipline oggi?
Se si ha un talento multidisciplinare, è possibile.
Vuoi trasferirti a Roma o a Milano o Parigi, Londra o NY?
Vivo a Milano e ci sto benissimo.
Quali progetti vorresti sviluppare nel 2024 e, dove e con chi?
Nel 2024 do priorità a dipingere. Ho in programma una serie di collettive di un certo rilievo con il museo della Permanente di Milano.
Se, si dovessero presentare nuove opportunità, le prenderò in seria considerazione.
La stampa ti ha seguito ultimamente?
No, non me ne sono interessato.
Hai partecipato a fiere d’arte?
Un paio di volte, tanto tempo fa con scopi prettamente culturali e non di mercato all’”Expo Arte” di Bari.
Credi che l’arte andrà avanti su altri codici e canoni?
Si, la tecnologia ha fatto passi incredibili, ampliando i mezzi espressivi con nuovi strumenti.
L’arte digitale è una nuova realtà, anche se, oltre 40 anni fa, il mio caro amico Filippo Panseca, ha precorso i tempi e continua, ancora adesso, con nuove proposte …
Attualmente, il mercato dell’arte è fluido?
No, coinvolge solo un settore specifico del collezionismo “ALTO”, solo come forma di investimento.
Perché l’arte va avanti, nonostante alti livelli epidemici e stati di guerra?
Perché l’arte è una dimensione spirituale, che è nata con l’uomo e morirà con l’uomo.
L’arte, non è un lavoro, è una necessità dell’anima.