Capito perché la Meloni ha rinviato il Consiglio dei ministri?

Capito perché la Meloni ha rinviato il Consiglio dei ministri?

Di Luciano Scateni

Caso Santanchè. Plusvalenze “fittizie” da tre milioni, trucchi per coprire le perdite delle sue aziende, dipendenti giustamente incavolati. Avrebbero lavorato benché in cassa integrazione, altri non hanno ricevuto la liquidazione di fine rapporto. Ex dipendenti di Ki Group: “Non ha rispettato le promesse, mentiva sapendo di mentire”.

Bilanci irregolari, crediti inesistenti, passaggi di rami di azienda con plusvalenze fittizie perché alla base erano conti sovrastimati. E, ancora, strani drenaggi di denaro da queste società che non navigavano certo nell’oro per finanziamenti solo in parte riscossi e dati anche ad aziende terze ma riconducibili sempre a lei. La ministra è nel mirino della Procura di Milano per falso in bilancio. Contro ogni evidenza dei fatti, rivelati dal giornalismo d’inchiesta di Ranucci, “Report” (che il rispetto della Costituzione lo protegga dai velenosi attacchi della destra), raccontati il giorno dopo dai quotidiani, la signora Santanché, in linea con la violenta strategia difensiva dei politici indagati per reati di ogni genere, minaccia querele. Lo chiedono le opposizioni, ma anche Lega e Forza Italia, lei rifiuta di rispondere in Parlamento alle accuse di conflitto d’interessi, nel ruolo di ministra del turismo e di comportamenti illeciti connessi al suo ‘doppio’ di imprenditrice. Povera Meloni, deve districarsi nel ginepraio del fuoco amico (Giorgetti-Lega, questione Mes) e salvare dalla gogna, non solo mediatica, la ministra da lei inserita nell’esecutivo. Se non bastasse, si delinea anche la grana del suo vice, La Russa, accusato di conflitto d’interessi in quanto consulente legale della Santanché. Perfino Mediaset, insospettabile trave di sostegno del governo, titola “Governo italiano nella bufera”. La lega ha scoperto una crepa nel fortino della Meloni e ha ordinato ai suoi di approfittarne per indebolire Fratelli d’Italia.

Non fa sconti l’opposizione (Pd, Sandro Ruotolo): “Santanché venga in aula o si dimetta” lo chiede anche Giuseppe Conte. “In qualsiasi altro paese del mondo sarebbero già arrivate le dimissioni incalza Carlo Calenda di Azione, è una questione di etica dei comportamenti”. È chiamata in causa anche Meloni: “Ci aspettiamo parole chiare e un intervento deciso della presidente del Consiglio”, è la richiesta di Fratoianni, Sinistra Italiana. Chiamata in causa è anche Meloni: «Chi ha ruoli istituzionali, nei Paesi civili e democratici, non fugge e non minaccia, ma rende conto all’opinione pubblica, al Parlamento e alla stampa dei suoi comportamenti. Voce fuori dal coro quella del malefico Matteo Renzi, nessuna sorpresa: “Non attacco su questo è una vicenda che non è politica” (e allora, cos’è? Ndr  Interrogata dai giornalisti, la ministra se la cava così “Non ho altro da aggiungere (da aggiungere alla minaccia di querele? Ndr), io tranquilla, mio padre era figlio di contadini (e allora? Cos’è un attestato di onestà trasmesso di padre in figlia?). In tutta serenità, ma con una lacrima sul viso “Mio figlio non può capire” (o capisce troppo?), la ministra non ha rinunciato a comparire in quel di Capri, al seguito del ministro Sangiuliano.  Il caso sollevato da Report entra nella carne viva della maggioranza, spinge al distinguo i partiti di centrodestra, crea serio imbarazzo alla premier, che prova a spaventare gli alleati con un possibile ricorso a nuove elezioni.

Si avvera forse l’ottimistico pronostico sul potere che logora chi ce l’ha?

adminlesociologie

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