Forza Napoli, ma quale Napoli?
Di Luciano Scateni
A proposito di Santanché: se spendi sei milioni per la tua dimora, l’ambizione è di competere, con una lussuosa esibizione di opulenza, sullo scenario delle ricchezze esagerate, dei reali d’Inghilterra, di Bill Gates e Bezos, di emiri petrolieri, dei ‘paperoni’ dello sport, ma nel confronto con questi straricchi sei comunque una dilettante allo sbaraglio, come dimostra l’impellenza della ministra di ipotecare la sontuosa villa nel cuore di Milano per evitare il fallimento come imprenditrice. Se hai navigato nel mare in subbuglio dei bilanci in rosso, di gestioni aziendali ‘maledettamente allegre’, anche la megalomania di una villa da sei milioni di euro è una quisquilia-boomerang di fronte al miliardo e oltre di dollari che riempiono la cassaforte, tra gli altri, di super men dello sport come Tiger Woods (golf), LeBron (basket) Cristiano Ronaldo e Messi (calcio), Federer (tennis), personaggi oltretutto non osservati speciali della magistratura. Accantonata la riflessione parallela sport-politica, è tempo di attenzione per il calcio del popolo azzurro, del Napoli e dei napoletani ancora in euforia per l’ubriacatura da scudetto. Appare evidente la sana strategia che consente a De Laurentiis di presentare bilanci sempre in regola, situazione sconosciuta a big e non del calcio italiano. Un esempio è il ‘ballon d’essai’ mandato in orbita con furba spregiudicatezza, la proposta a club finanziati dal petrolio arabo di ‘acquistare’ il fenomeno Osimhen, per non meno di 150 milioni: tipico exploit del patron del Napoli. Avesse ricevuto un’offerta pari alla richiesta, come rimproverargli l’affare e la possibilità di coprire con il ricavato il ruolo con un nome di prestigio? Nessuna offerta? Che bravo De Laurentiis, ha trattenuto Osimhen in azzurro! Il giovanotto mascherato, convinto di rimanere all’ombra del Vesuvio, mostra il disegno del cuore con le dita delle mani unite e incanta il tifo degli ultra, di un’intera città, dei milioni di supporter dei cinque continenti. Il patron del Napoli rispetta alla lettera lo sperimentato principio “prima vendo, poi compro”. Partono Giuntoli, Formisano, Kim-Kim, Demme, Lozano, Ndombelé e non solo loro. Rumors a ripetizione propongono questo o quel sostituto, ciascuno presentato come “er mejo che c’è”. Primo e finora ultimo ingaggio: il coach, il mister, il successore di Spalletti, ovvero il francese con cognome ispanico Rudy Garcia. Quasi fatta per l’arrivo di Maxime Lopez del Sassuolo in azzurro. Tra chi è andato via e chi gli è subentrato, ecco un nuovo episodio della fiction “Quant’è bella Napoli, ne sono innamorato”, atteggiamento raccomandato da De Laurentiis per un rapido e solido feeling con la città. Dichiara amore da colpo di fulmine Garcia, lo fa Spalletti e chissà se con l’obiettivo mascherato di far ingoiare il rospo ai napoletani anti Juve già sdegnati per il tradimento di Giuntoli. L’allenatore dello scudetto riflette sul suo futuro e nega di avere programmato lo stop di un anno sabatico: “Mai alla Juve? Difficile dirlo”. Vuoi vedere che tifa per il viale del tramonto di Allegri, che per non essere ripudiato dai napoletani conferma l’amore per l’azzurro? Nel suo italiano zoppicante dichiara: “Non è che si possa dire se l’anno prossimo rientrerò. Le esigenze cambiano, si viene attratto da altre cose”.
Il calcio giocato. Il calendario 2023/2024, racconta che l’esordio del Napoli tricolore avverrà in quel di Frosinone, neoeletta in serie A. Alla terza giornata Napoli-Lazio, alla decima Napoli-Milan, alla quattordicesima Napoli-Inter. La successiva a Torino, per Juve-Napoli. In bocca al lupo, mister Garcia…