Il lavoro che c’è e non c’è

Il lavoro che c’è e non c’è

di Luciano Scateni

Italia, ma non solo, paradigma delle contraddizioni. L’incipit dell’assioma (Treccani = principio evidente per sé): gli analisti hanno fatto due semplici calcoli e ci informano sul futuro prossimo dell’occupazione. Entro il 2026 l’Italia avrà bisogno di 4,3 milioni di lavoratori e la previsione-rischio è che potrà contare solo su 1 milione e 350 mila assunzioni.  I nemici del reddito di cittadinanza replicano con un’equazione di comodo, ovvero: il suddetto ‘sussidio’ scoraggerebbe la ricerca dei senza lavoro, che lo intascano e arrotondano con lavori in nero. La conseguenza punitiva: dal 2024 stop del reddito a questi ‘pessimi, furbi’ italiani. Secondo questo draconiano postulato hanno ragione di essere un paio di considerazioni e un racconto sollecitato dalla cronaca. Il Veneto è a rischio di piombare nel baratro di una crisi strutturale, senza il decisivo ricorso al lavoro dei migranti. Il Pil del Paese soffre, ma non va in default anche per i tributi fiscali dei lavoratori stranieri. Se il saldo tra nascite e morti non è ancora tragedia si deve ai figli degli immigrati.

Il racconto. L’Italia, Napoli più di ogni altra ‘Grande Bellezza’ di un Paese paradisiaco, vive un sontuoso Rinascimento, il travolgente consenso del turismo interno e mondiale. Un report di evidente persuasione arriva da Pompei, dal più ricco e culturalmente significativo parco archeologico del mondo. Per visitare gli scavi si annuncia l’arrivo di 50 mila turisti al giorno e incombe l’allarmante deficit di 1000 lavoratori. Mancano camerieri dei ristoranti, barman, addetti alle pulizie. Non è meno scoperta la domanda complessiva di Napoli. A contrastare la richiesta di addetti ai diversi settori dell’accoglienza si presentano due ostacoli. Il primo è la natura a tempo delle assunzioni, la cosiddetta stagionalità, che non garantisce la retribuzione su base annuale, l’altra è l’irricevibile valore contrattuale. Una pasticceria per le pulizie offre 700 euro al mese, una pizzeria 150 euro alla settimana per le consegne a domicilio, un bar i soliti 700 euro e se conosci la lingua inglese puoi guadagnare ‘ben! mille euro’ come receptionist. Gli operatori della Campania sono scoperti per 167 mila lavoratori entro Pasqua, ma…ma un giovane laureato iscritto da sei anni ai centri per l’impiego dichiara di non aver mai ricevuto un’offerta.

Retribuzioni a confronto: in Svizzera i camerieri guadagnano 3.500 euro al mese, in Italia 2.324 (al più alto livello, mansioni direttive) e 1700 al più basso (semplici attività). Cifre lorde. La domanda è: se questa fosse l’offerta per contratto, i senza lavoro rifiuterebbero l’assunzione? No, con molta probabilità. Restano drammatici i dati della disoccupazione. A gennaio del 2023, gli italiani in età tra i 35 e i 49 anni senza lavoro erano 621mila, 12.000 in più (+1,9%) rispetto al dicembre del 2022, ma e non c’è ente, istituzione statale di formazione dei migranti, per coprire almeno parzialmente la domanda inevasa di lavoratori.

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