Intervista al bravissimo artista Nicola Guarino,
a cura del sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello
Nicola Guarino nasce a Teora (Av), splendida cittadina dell’Alta Irpinia ricostruita dopo gli eventi sismici del 23.11.1980, il 18 giugno 1957, ivi risiede in via Dante Alighieri, 24 e ha lavorato, quale dipendente comunale, come Responsabile del Servizio Urbanistica ed Edilizia Privata.
Laureato in architettura presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli è da sempre interessato all’arte nelle sue più molteplici forme; l’architettura, la pittura e la poesia gli fanno ottenere un immediato consenso di critica e di pubblico sia professionali che di contenuti artistici e tematiche particolari.
Curatore di mostre e da anni il direttore artistico del calendario d’arte edito da Azzurra Print di Nusco.
Associato ad “ARTEUROPA”, l’artista esprime la sua pittura in forma non professionale partecipando a manifestazioni e mostre a livello nazionale ed internazionale.
Sull’artista abbiamo scritto, tra l’altro, quanto segue: “Nicola Guarino elabora con esperienza contenuti visivi decisi e portanti, in una comunicazione decisamente esclamativa, di forte impatto emotivo, nonché di caratura e carattere. Sui suoi lavori si nota l’affondo poetico, pregno, collaudato, che innesta echi esistenziali, alcuni riferiti alle ferite del terremoto del 1980, che colpì la cittadina di Teora, ora ricostruita. Insomma, un percorso esistenziale di rimandi, revisioni e rilanci d’istanza ambientale. La sua lunga esperienza accoglie eleganti fraseggi informali in campi astratti. Le sue stesure offrono richiami subitanei, che si diramano su aeree conduzioni e scelte abbreviazioni. Con efficaci redazioni sostanzia e rilancia motivi intimistici, nonché riverberi mediterranei e accezioni persuasive territoriali. Con riflessiva calma precisa composizioni di consistenti estri aniconici e con cadenze multicolori stende, veloce, radicalità convincenti.”
Ecco l’intervista:
PUOI SEGNALARE IL TUO PERCORSO DI STUDI?
Ho frequentato le scuole elementari e medie a Teora, quindi il Liceo Classico a Sant’Angelo dei Lombardi per conseguire, infine, la LAUREA IN ARCHITETTURA presso l’Università Federico II di Napoli.
PUOI RACCONTARE I TUOI DESIDERI INIZIALI?
Avevo senza dubbio aspirazioni differenti da quelle che mi hanno portato a essere un professionista a servizio dei miei cittadini in quanto responsabile del Settore Urbanistica Edilizia Privata e Patrimonio del Comune di Teora contribuendo significativamente con il mio lavoro all’opera di ricostruzione del paese distrutto dal sisma del 23.121.1980. La cosa mi onora e la porterò nel cuore, ma i miei desideri di giovane studente mi portavano sulla strada segnata dall’archeologia o del notariato. Speravo di poter scoprire una città sconosciuta, sepolta o seppellita; mi sono ritrovato a fare una professione che viaggia idealmente a stretto contatto con quella di mio padre, stimato muratore. Io architetto.
QUALI SENTIERI CHE AVEVI INTENZIONE DI SEGUIRE HAI SEGUITO O NON HAI SEGUITO?
Dovrei dire che da giovane seguivo il sentiero della disponibilità, della compagnia ai nonni e alla mia mamma. Avevo mio padre emigrato e lo vedevo pochi mesi l’anno. Mi sono ritrovato a governare un’associazione di volontariato e lo faccio da trent’anni senza sentire il peso degli anni; lo faccio con lo spirito che mi animava da ragazzo. Ma oltre a questi che erano momenti di vita, certamente le strade che percorrevo erano quelle della poesia. Ed è una passione che non ho lasciato, anzi ho ripreso dopo una lunga pausa in cui il lavoro era prevalente al resto degli impegni. Oggi mi trovo ad aver pubblicato sette sillogi e lavoro per l’ottava. Mi resta l’amore per l’archeologia che ho seguito solo da lontano o studiandola sui libri tematici.
QUANDO E’ INIZIATA LA VOGLIA DI “PRODURRE ARTE”?
Nella mia famiglia c’è tanta parte che può essere considerata artista, a partire da mio nonno che era certamente un ottimo muratore scalpellino, artista della pietra. A me la voglia di fare arte, insita nel mio DNA, è venuta fuori germogliando in modo significativo con la conoscenza e la frequentazione della scuola di pittura di Ambrosone; poi con Enzo Angiuoni e la sua Associazione “ARTEUROPA”, di cui oggi sono Vice presidente. Mi sono sentito attratto da una forza interiore misteriosa e dalla voglia di comunicare con la mia pittura il dolore della partenza dal proprio paese, quello del distacco e della scomposizione del paesaggio dovuto ad un evento disastroso: il terremoto.
QUALI PISTE O INSEGNAMENTI HAI SEGUITO O HAI ISTRUITO IL TUO “FARE ARTE“ SU INDICAZIONE DI MAESTRI?
Come dicevo innanzi, certamente è stata la frequentazione degli artisti che hanno portato avanti la scuola di pittura di Teora a farmi intraprendere la strada che ancora oggi percorro con entusiasmo, in particolare in quella pittorica ho capito di essere apprezzato per la mia particolare riconoscibilità del tratto e di avere valori “personali” riconoscibili che sono germogliati dalle indicazioni dei miei maestri.
MI PUOI INDICARE GLI ARTISTI BRAVI CHE HAI CONOSCIUTO E CON CUI HAI OPERATO, EVENTUALMENTE, “A DUE MANI“?
Sono tanti e potrebbero essere pochi gli artisti che posso ascrivere a miei Amici, con cui ho frequentazioni pittoriche che si sono concretizzate in opere a due mani; il primo sono io stesso che, in quanto ambidestro, uso le due mani per dipingere; ma al di là delle facili battute ci tengo a ricordare soprattutto gli artisti irpini con i quali ho condiviso gran parte dell’attuale mi percorso: Enzo Angiuoni, Augusto Ambrosone, Edoardo Iaccheo; non meno importanti nella mia crescita sono stati gli incontri fatti di simposi con: Gianni Mastrantoni, Giuseppe Liberati, Giancarlo Caneva, Claudio Mario Feruglio ed altri …
E’ DIFFICILE OPERARE OGGI?
E’ difficile quanti basta per essere resilienti; per avere il coraggio di cimentarsi in un mondo che privilegia o dispensa riconoscimenti a pochi; se si pensa che l’arte sia un prodotto artistico professionale diventa un impiego per pochi; un po’ come in tutti i campi, ma se si vive come qualcosa che rende liberi e felici, al pari di una passione, un hobby, un posto su cui poter registrare i propri momenti intimi, spirituali, emozionali, diventando divertimento e riflessione, scarico dei problemi della vita quotidiana, non sempre lo è. Ma dipende dal grado di ostinazione di ognuno nel voler raggiungere a tutti i costi i livelli più alti del successo.
QUALI SONO LE TUE PERSONALI DA RICORDARE?
Ne ho parecchie personali che potrei citare; sicuramente in tutti i paesi dell’Alta Irpinia ho, più o meno, realizzato mostre che mi hanno visto protagonista. Fuori dalla Campania ho da citare una mini personale a Villa Farsetti, una mostra a Francavilla a Mare, a Taranto, a Brindisi, a Bari.
PUOI PRECISARE I TEMI ED I MOTIVI DELLE ULTIME COLLETTIVE A CUI HAI PARTECIPATO?
Sono state mostre organizzate con Enzo Angiuoni per celebrare ricorrenze relative a grandi personaggi come Picasso, Totò, Pasolini.
DENTRO C’E’ LA TUA PERCEZIONE DEL MONDO, FORSE, MA QUANTO E PERCHE’?
Ho la forte preoccupazione che il tempo non è dei migliori e il mondo vive un disagio come poche volte nella sua storia contemporanea post-conflitto bellico della seconda guerra mondiale. Le nazioni governate da gente che pensa di chiudere i confini e limitare le libertà dei popoli, individualmente o collettivamente, non sono un esempio di democrazia che condivido. E questo, purtroppo, mi preoccupa sensibilizzandomi su temi sociali che essendo figli del tempo che viviamo, mi angosciano. Come le guerre che si combattono per far prevalere la supremazia economica e militare o per sottomettere i popoli vicini per voglia di grandezze incomprensibili. Tante risorse andate esplose nel vero senso del termine le avrei utilizzate per combattere la fame nel mondo.
L’ITALIA E’ SORGIVA PER GLI ARTISTI DEI VARI SEGMENTI?
L’Italia è ARTE. Rimane il paese della fantasia, della creatività, forte della storia che ci contraddistingue dal resto del mondo.
LA CAMPANIA, LA CALABRIA, LA SICILIA, LA SARDEGNA, … IL SUD, LA “VETRINA OMBELICALE” MILANESE COSA POSSONO OFFRIRE?
Tutte le regioni offrono opportunità, forse quelle del nord hanno una marcia in più per un discorso di disponibilità economiche. Ma la voglia di fare è diffusa in ogni parte, dal nord al sud, dalle Alpi … alle piramidi (alla Sicilia).
PENSI DI AVERE UNA VISIBILITA’ CONGRUA, ADESSO?
Abbastanza. Con l’istituzione della pinacoteca di Teora mi sono fatto conoscere da artisti provenienti da tutta Italia e grazie al veicolare della partecipazione di questi anche il mio nome ha circolato. Mi muovo per farmi conoscere e per presentare senza particolari stress la mia pittura e la poesia. I risultasti mi incoraggiano ad andare avanti sempre.
QUALI E QUANTI “ADDETTI AI LAVORI” TI SEGUONO?
Non ho idea di addetti mi seguano. Se parliamo di artisti potrei dire parecchi di loro con i quali intesso rapporti di frequentazione artistica ed amicale. Ritengo di interessare a tanti, ma a moderate dosi e quantità. Potrei stancare o essere indigesto se assunto ogni giorno.
I SOCIAL TI APPOGGIANO, NE FAI USO?
Sono presente sui social e ne faccio uso. La mia arte, che sia poesia o pittura segue le tendenze. Vuoi farti seguire devi postare su Instagram, vuoi che la gente ti veda e ti giudichi o che apprezzi il tuo lavoro devi stare su Facebook, TikTok, X.
LA STAMPA CONOSCIUTA E QUELLA ACCREDITATA TI SEGUONO?
In più occasioni sono stato seguito, ma parlo sempre della stampa locale, provinciale o regionale. La stampa va sollecitata perché dormiente, la comunicazione viene prima di tutto tra noi stessi e gli addetti ai lavori; ma con la crisi dell’editoria la comunicazione ha preso altre strade ed i social ne sono la prima lampante dimostrazione.
PERCHE’ IL PUBBLICO DOVREBBE RICORDARSI DEI TUOI IMPEGNI?
Perché voglio offrire e procurare emozioni nei cuori. Perché la mia arte, in cui io credo, sia bella da vedere e da ascoltare e la gente possa emozionarsi. Con me può farlo, anche conversando.
HAI PERTECIPATO A RESSEGNE D’ARTE IMPORTANTI E A FIERE D’ARTE?
Sì. Cito tra le altre il Premio Sulmona e la Fiera d’Arte di Padova.
L’ARTE VERRA’ CONSEGNATA ALLA “INTELLIGENZA ARTIFICIALE” O ANDRA’ AVANTI SU ALTRI CANONI O CODICI?
Temo che venga affidata all’I.A. e questo mi rattrista. Non solo per la possibilità che l’I.A. si sostituisca all’uomo, ma perché possa fare quello che è semplicemente un prodotto industriale senza emozione, senza storia, senza cultura e senza cuore. Spero che l’arte prodotta dalla I.A. sia per questo riconoscibile, ma non ne sono proprio sicuro e vorrei sperare che l’originale e l’originalità umana abbiamo più presa di quella artificiale.
QUALI LINEE OPERATIVE PENSI DI TRACCIARE NELL’IMMEDIATO FUTURO?
Ho una serie di azioni in campo e penso di percorrere strade già tracciate, almeno nell’immediato: il calendario d’Arte per Azzurra comunicazione, l’organizzazione di un calendario di mostre per la pinacoteca di Teora e per il Comune di Lioni, una seri di simposi con Angiuoni.
PENSI CHE SIA DIFFICILE RIUSCIRE A PENETRARE LE FRONTIERE DELL’ARTE?
Sì. Ci sono muri e barriere che a volte sembrano invalicabili; ostacoli insormontabili. Ci vuole pazienza e perseveranza in questo mondo difficile ed ostile alle convivenze. Se si bussa dall’esterno nessuno apre e se qualcuno apre non vuole che tu ti sieda in casa. Mi spiego, vero? Per chi è dentro con le giuste chiavi e qualità, ma anche con risorse infinite, i giochi si affrontano con più possibilità di vittoria ed oliare certi meccanismi aiuta a vivere meglio. Soprattutto chi riceve ed ha le chiavi di casa. Quelle dell’autorità, anche dell’autorevolezza.
QUANTI, SECONDO TE, RIESCONO A SAPER “LEGGERE” L’ARTE CONTEMPORANEA E A DISTRICARSI TRA LE MISTIFICAZIONI E LE PROVOCAZIONI?
Non molti. C’è ancora bisogno e ce ne sarà di lavoro da affrontare per saper leggere. Ma mi chiedo se siamo in grado e in condizioni di saper leggere in noi stessi.
CON CHI TI FAREBBE PIACERE COLLABORARE TRA CRITICO, ARTISTA, PROMOTER PER METTER SU UNA MOSTRA O UNA RASSEGNA ESTESA DI ARTISTI SOLLIMANTI CON LA TUA ULTIMA PRODUZIONE?
Con Leo Strozzieri di cui apprezzo la storia professionale e umana. E’ un grand’uomo e mi onoro di vantare una buona amicizia e massima considerazione.
QUALI PROGETTI VORRESTI SVILUPPARE NEL 2025?
Quelli che sarà possibile mettere in campo. Nonostante i tanti impegni nei più vari campi, dal sociale alla cultura, qualcosa verrà fuori.
PENSI CHE SIA GIUSTO AVVICINARE I GIOVANI E PRESENTARE L’ARTE IN AMBITO SCOLASTICO, ACCADEMICO, UNIVERSITARIO E CON QUALI CRITERI E SISTEMI EDUCATIVI ESEMPLARI?
L’arte, proprio perché è alle radici della nostra storia, non può essere tenuta fuori dalle scuole e i nostri giovani debbono poter nutrirsi di bellezza. Quella che solo l’arte italiana, ai vertici nel mondo, può consegnare loro.
PROSSIME MOSSE E MOSTRE A LONDRA, PARIGI, BERLINO O ROMA?
Sono stato all’estero in alcune collettive organizzate dall’amico Giancarlo Caneva di Udine. Nulla sarà impossibile. Occorrono i giusti incroci o incontri.
VUOI TRASFERIRTI A PECHINO O NY, IN ORIENTE O IN OCCIDENTE?
No. Assolutamente. Alla mia età il tempo dei grandi voli non è concesso e consentito. Nel mio piccolo paese si può fare poco, ma quel poco che posso fare vorrei farlo anche a beneficio della sua crescita: culturale e turistica.
QUALE CITTA’ VEDI LANCIATA NEL CONTESTO MIGLIORE DEL CIRCUITO DELLE ARTI VISIVE CONTEMPORANEE?
Le grandi città come Milano, Roma e Napoli. Nelle piccole città, come Avellino, si fa ancora fatica a organizzare una mostra importante; questione anche di risorse economiche. E, come vedi, andiamo a ragionare sempre di disponibilità finanziarie importanti per poter emergere o far emergere sia la località che l’artista.
L’ARTE VA AVANTI? PERCHE’?
Perché “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. Lo diceva il Sommo.
LE TUE PROSSIME ESPOSIZIONI CON DATE GIA’ DEFINITE O QUASI DEFINITE?
Ho in cantiere cose che andranno realizzate. A breve usciranno i primi comunicati che annunceranno il calendario degli eventi programmati a Teora e Lioni e in altri paesi della provincia con il beneplacito di ARTEUROPA.
CHE FUTURO SI PREVEDE POST-COVID-19 E POST GUERRE?
Siamo già al post Covid, ma ci accingiamo a vivere un pre-guerra. Questo perché, lo dicevo innanzi, l’uomo è concentrato su aspetti di potere per opprimere e non di convivenza per sostenere. Le risorse che dovevano essere utilizzate per ridurre, se non addirittura eliminare la fame e le disparità sociali gravi, sono utilizzate per armamenti sofisticati costosi e inutili. Forse il Covid è il passato, ma le guerre sono ancora il nostro presente.