Intervista esclusiva al grande artista Mario Lanzione
a cura del sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello.
E’ difficile concretizzare opere in diverse discipline operative, oggi?
Per quanto mi riguarda, posso dire di aver realizzato installazioni e lavori in case private, utilizzando vetri fusi o dipinti a mano, intagli e intarsi per porte d’interni, ferro battuto e plexiglas.
Quando si ha l’esigenza di acquisire nuove tecniche per allargare l’orizzonte delle competenze, è indispensabile la ricerca, la sperimentazione, l’uso e l’assemblaggio di nuovi materiali.
Ci deve essere una visione che implichi la capacità di superare il classico supporto quadrato o rettangolare, al fine di esprimere, al meglio, il proprio messaggio artistico e stare al passo coi tempi.
Per tali motivi, credo che l’artista non può e non deve limitarsi a una sola disciplina operativa.
Vuoi trasferirti a Parigi, Londra o NY?
Noi artisti abbiamo la fortuna di poter realizzare i nostri progetti in un qualsiasi ambiente che ci permetta di ispirarci, riflettere e lavorare serenamente.
Con la tecnologia esistente, oggi, non abbiamo bisogno delle grandi metropoli per poter divulgare e affermare la nostra cifra artistica.
Ci sono artisti residenti in grossi centri che non riescono a esprimere un alto livello qualitativo, a differenza di tanti altri che, pur vivendo (per esempio) al Sud, sono riconosciuti e apprezzati a livello internazionale.
Quali progetti vorresti sviluppare nel 2024, e dove e con chi?
La monografia curata da Massimo Bignardi accompagnava la mia recente mostra “Mario Lanzione. Opere 1974/2024” alla Pinacoteca “A. Sapone” di Gaeta, con l’esposizione di 100 opere che sono una quota di quelle realizzate in cinquant’anni di attività.
E’ stato un evento che ha riscosso una grande partecipazione di pubblico e un considerevole consenso di critici, storici dell’arte, galleristi e collezionisti.
Tutto questo ha portato alla consapevole assunzione di impegni con Paesi europei, tra i quali la Spagna e la Francia, per tutto il 2024 e 2025.
In Italia ho già preso accordi per mostre personali a Milano, Mantova, Roma e Salerno.
Tuttavia, come teorico e promotore dell’Astrattismo Totale non trascuro il grande progetto che abbiamo ipotizzato con gli amici e colleghi che hanno aderito al “Movimento Internazionale x l’Astrattismo Totale”; tutti personaggi di grande notorietà e spessore artistico che sono determinati a continuare e a sviluppare un percorso comune prestabilito e condiviso.
La stampa ti ha seguito ultimamente?
A parte i lusinghieri articoli sul “Roma”, sul “Il Sannio”, sulla rivista “Naos”, su “Arte e società” scritti da Rosario Pinto, Ferdinando Creta, Paola Germana Martusciello, Maurizio Vitiello e Ivan Guidone, sono stati pubblicati articoli su quotidiani nazionali e sul giornale “Archivio” di Mantova.
C’è da aggiungere che lo storico dell’arte Mino Iorio ha curato una pagina sul catalogo “CAM24” e, sempre della Mondadori, sulla rivista “Arte”.
Credo che questo bilancio 2024 sia abbastanza positivo.
Hai partecipato a Fiere d’Arte?
A molte fiere, tra le quali Bari, Innsbruck e Salisburgo.
Credi che l’arte andrà avanti su altri canoni e codici?
Ritengo che nell’arte, essendo un linguaggio universale, ci sarà sempre la necessità di usare colori, pennelli e tele. La vita è nata con una scultura divina e, noi mortali, avremo sempre il bisogno di imitare il divino nell’arte.
Comunque, se ne avessi l’esigenza artistica anch’io sperimenterei altri canoni e codici, poiché credo che l’uomo, nonostante tutto e come è giusto che sia, ha l’istinto a ricercare e sperimentare sempre nuove soluzioni.
Attualmente, il mercato dell’arte è florido?
Più che di “mercato dell’arte”, parlerei di infiltrazioni speculative nel mondo dell’arte.
Il potere economico gestisce gli orientamenti artistici e molti operatori artistici, di conseguenza, mirano al business economico, a prescindere dalla qualità e dal contesto storico e artistico.
Perché l’arte va avanti, nonostante alti livelli epidemici e stati di guerra?
Immanuel Kant ha scritto dei concetti filosofici risolutivi sulla differenza tra bello e sublime.
Certamente, molti artisti mirano alla bellezza compositiva, ma altri, come nel caso dell’Astrattismo Totale, hanno l’obiettivo di indagare sulla realtà esistente oltre il visibile, alla ricerca di quella sublimazione spirituale che ci rende “umani”.
Questo aspetto della sensibilità dell’uomo è ciò che può contribuire a migliorare i rapporti sociali, all’amore e alla solidarietà ed è attraverso questa sublimazione dello spirito che si può sensibilizzare la società alla pace, alla fratellanza e alla speranza di debellare le guerre e vincere sulle avversità naturali.
L’arte ha un compito importante sotto l’aspetto educativo delle “coscienze” e, quindi, indispensabile per la crescita culturale e democratica della società.
Vedi la tua città nel contesto attendibile del circuito dell’arte contemporanea?
Se parliamo di circuiti artistici, Benevento non offre grandi possibilità.
Tranne l’apprezzabile lavoro di tanti anni, fatto dal Museo Arcos e dall’Arte/Studio – Gallery, è molto difficile superare quei livelli di provincialismo e di futili interessi economici che determinano una inevitabile “confusione”.
D’altronde, premesso il principio di libertà di espressione, questo fenomeno, salvo che nel contesto degli ambienti e delle strutture adeguate e idonee, è diffuso un po’ dappertutto.
Il tuo prossimo obiettivo espositivo?
Gli obiettivi, a parte quelli già in programma, sono sempre a divenire, ma, certamente, mi sta molto a cuore lo sviluppo e la divulgazione dell’Astrattismo Totale.