Intervista esclusiva all’artista Pietro Nino,
a cura del sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello.
Pietro Nino nasce a Napoli.
Si laurea in medicina e chirurgia negli anni ‘70 e tutt’ora esercita come
psichiatra e psicoterapeuta.
Sin da bambino manifesta attitudini per il disegno e la poesia.
Nel corso degli anni, da autodidatta attraversa varie fasi: figurativa e paesaggistica avvicinandosi al surrealismo.
Per scelta, non partecipa ad esposizioni né pubblica poesie ritenendo la sua espressione come esperienza del tutto privata.
Da alcuni anni, si avvicina all’astrattismo e si dedica a questa forma espressiva, superando la riservatezza che lo ha caratterizzato un po’ da sempre, decide di esporre le sue opere.
Ecco l’intervista:
Può segnalare il suo percorso di studi?
Sono autodidatta nel campo dell’arte.
Ho conseguito la laurea in medicina e chirurgia ed esercito tuttora, come psichiatra e psicoterapeuta.
Può raccontare i suoi desideri iniziali?
Nel campo artistico, ho incominciato per puro diletto.
Quali sentieri aveva intenzione di seguire li hai seguiti o non seguiti?
Ho seguito vari sentieri: figurativo, paesaggistico, surrealista.
Quando è iniziata la voglia di “produrre arte”?
Fin dall’adolescenza.
Quali piste e insegnamenti ha seguito o ha istruito il suo “fare arte” su indicazioni di maestri?
Mi sono alimentato a varie scuole e maestri.
Di recente: Kandinsky, Pollock, Hartung.
Mi può indicare gli artisti bravi che ha conosciuto e con cui ha operato, eventualmente, “a due mani”?
Ho conosciuto l’artista Giovanna Savona.
È difficile operare oggi?
Sì.
Dentro la sua produzione c’è la sua percezione del mondo, forse, ma quanto e perché?
Nella mia produzione c’è la percezione del mondo come condizione drammatica e caotica che ne rappresenta l’attuale realtà.
L’Italia è sorgiva per gli artisti dei vari segmenti operativi?
Penso di sì.
La Campania, La Calabria, la Sicilia, … il Sud, la “vetrina ombelicale” milanese cosa offrono adesso?
Penso che ci sia un certo fermento.
Pensa di avere una visibilità congrua, adesso?
No.
Quanti e quali “addetti ai lavori” la seguono?
Alcuni critici e giornalisti …
I “social” l’appoggiano, ne fa uso?
Sì, utilizzo i social, ma non per appoggio.
La stampa conosciuta e quella accreditata la seguono?
E’ in procinto la partecipazione ad alcune riviste cartacee e web.
Ha partecipato a rassegne d’arte importanti e a fiere d’arte?
Non ancora.
L’arte verrà consegnata alla “Intelligenza Artificiale” o andrà avanti su altri canoni o codici?
Immagino che, in parte, l’arte verrà consegnata all’Intelligenza Artificiale, ma andrà avanti anche su altri canoni o codici.
Quali linee operative pensa di tracciare nell’immediato futuro?
Continuare la produzione e la ricerca anche oltre i miei attuali confini.
Pensa che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte?
Senza dubbio.
Quanti, secondo lei, riescono a saper “leggere” l’arte contemporanea e a districarsi tra le “mistificazioni” e le “provocazioni”?
Molto pochi.
Con chi le farebbe piacere collaborare tra critico, artista, promoter per metter su una mostra o una rassegna estesa di artisti collimanti con la tua ultima produzione?
Con l’artista Giovanna Savona.
Quali progetti vorrebbe sviluppare nel 2025?
Continuare a produrre in modo originale.
Pensa che sia giusto avvicinare i giovani e presentare l’arte in ambito scolastico, accademico, universitario e con quali criteri e sistemi educativi esemplari?
Certo.
Prossime mosse e mostre a Londra, Parigi, Berlino o Roma …?
Magari!
Vuole trasferirsi a Pechino o a NY, in Oriente o in Occidente?
No.
Quale città vede lanciata nel contesto migliore del circuito delle arti visive contemporanee?
Torino.
Ha partecipato a rassegne d’arte importanti e a fiere d’arte?
Sono in procinto di partecipare all’EuroExpoArt in VerniceArtFair di Forlì 2025.
L’arte va avanti? Perché?
L’arte va avanti perché è innata nella natura umana.
Le sue prossime esposizioni con date già definite o quasi definite?
Sì.
Che futuro si prevede post-Covid-19 e post guerre?
Il Covid e le guerre ci hanno consegnato e ci consegnano un mondo nuovo in cui è difficile riconoscersi.
E’ verosimile che avverrà un progressivo adattamento.