“La vita può volare” di Pino Malara, un libro autobiografico a cura della casa editrice La Valle del tempo, con la prefazione di Paolo Rumiz.
di Ersilia Di Palo
A volte il mio sguardo si perde
nell’infinito azzurro del cielo e mi sembra incredibile che,
dietro tanta luce,
possa esserci soltanto un buio sterminato
Versi che sono espressione della sensibilità dell’autore il cui sguardo è proteso verso l’infinito in una costante ricerca di equilibrio interiore e di consapevolezza. Sono i versi di un’anima che ha inseguito la libertà, che si è nutrito di bellezza, che si è misurato ogni giorno con i suoi limiti e che ha affrontato con coraggio e positività anche i momenti difficili.
Il libro “La vita può volare” di Pino Malara ha la forza delle grandi narrazioni, è un libro che parla di memorie e ricordi da custodire, di bilanci e rimpianti, e di quanto sia importante lasciare delle tracce di sé e del proprio passaggio.
Un libro che trasuda umanità da ogni parola e che spazia nel variegato universo dei sentimenti umani.
Ogni vita è unica ed è degna di essere raccontata ma quella di Pino Malara è una vita speciale, quella di un uomo coraggioso, pieno di risorse intellettive, capace di creare e reinventarsi. E’ la vita di un uomo curioso e ingegnoso, esploratore di spazi infiniti, libero, appassionato di astronomia e di fisica. Creatore di un Thermo-barometro, quando frequentava il liceo a Trieste, che regalò al laboratorio di fisica procurandosi il mio primo otto in pagella. Ma Pino Malara è anche un poeta dall’animo sensibile.
È bello
lasciarsi abbagliare
Dal primo annuncio di sole
Socchiudere gli occhi
e annullarsi.
Svanendo nei mille riflessi
Fingendo
lontani ricordi
Questi impossibili accordi
Fatti di ombre
E di luce.
Ricorda di osare sempre, sosteneva Gabriele D’Annunzio, volendo dimostrare che i grandi risultati si ottengono quando si ha il coraggio di lanciarsi in situazioni nuove, diverse, non restando bloccati nel cerchio della sicurezza. Così è Pino Malara un uomo che vede in sempre nuove avventure l’opportunità per crescere e progredire, convinto che la vita è un viaggio più breve di quello che si pensa e va percorso nel migliore dei modi.
Solo attraverso il viaggio e il coraggio si possono scoprire le vere bellezze del mondo esterno e vivere le emozioni del mondo interiore.
La vita è la più bella delle avventure ma solo l’avventuriera lo scopre.
La vita di Pino Malara è stata dunque una grande avventura, un viaggio stimolante, rischioso, una sfida, un’impresa, affrontata con coraggio, senza paura e con tanta speranza. Amante di sport rischiosi come il deltaplano, la navigazione verso mari lontani e spesso tempestosi come l’oceano, windsurf, che si costruì da solo, i viaggi nel deserto, per sentirsi avvolto in quel silenzio assoluto, che cattura e che ti permette di ascoltare le più profonde sensazioni e ancora i viaggi con la sua Land Rover sempre in terre lontane come attraverso le meraviglie dell’Africa nera, l’India, per esplorare, conoscere e appropriarsi di quelle culture a lui sconosciute.
Così lo scrittore ci racconta di un’avventura con il suo deltaplano che stava prendendo una direzione tragica per la sua vita. Il deltaplano stava per schiantarsi verso la cima della montagna, Pino Malara sentiva il pericolo vicino che lanciò un urlo così forte che forse si diffuse nell’aria per molti chilometri. Ma la consapevolezza del momento prese il sopravento. Pino non si lasciò abbattere, andare alla paura.. Così descrive quel momento:
“”””””””Così la mia mano, consapevole di tutto questo, essendo da sola a gestire il destino della mia vita, ha aspettato ancora qualche secondo prima di tirare la maniglia. In questo secondo, mentre le mie tempie pulsavano a più di 100 battiti al minuto, ho visto il mio deltaplano lentamente riprendere la direzione verso valle, allontanandosi da quella cima pietrosa appena sfiorata e che in quel momento mi sembrava tutt’altro che tranquilla”.
………….”Non so descrivervi la sensazione che ho provato a governare
di nuovo il mio deltaplano, posso solo paragonarla a quella che
ho provato una volta quando sono dovuto scendere in apnea, a
circa 10 metri di profondità, per disincagliare l’ancora della mia
barca e, nel risalire, non sapevo se ce l’avrei fatta a raggiungere
la superficie. Ecco la sensazione che ho provato alla prima boccata
d’aria potrebbe esserle paragonabile.”””””
Pino Malara per dimenticare quella paura, che in un certo qual modo gli aveva fatto toccare con mano il pericolo, decide di continuare a volare per ritrovare la sicurezza di sempre. Decide di vivere la sua vita qui ed ora, accelerando scelte che erano in sospeso, dedicando più tempo al volo, al deltaplano.
Pino Malara è questo, è un uomo fiducioso nei propri mezzi, nelle proprie capacità, che valuta con competenza ogni rischio, ogni suo percorso avventuroso per essere pronto ad intervenire e a dare una risposta certa e corretta, per fare o non fare certe cose
Nel suo viaggio in Tunisia con gli amici, sperimentò addirittura nuove tecniche di volo al traino, in mancanza di decolli decenti. Ecco cosa dice:
””” Comprammo quindi 60 metri di cavo provando a cimentarci in questa strana esperienza, e dopo lunghi preparativi provammo la cosa al tramonto. Ci facevamo trainare dal Land Rover e, quando fu il mio turno, dopo pochi passi mi sentii tirato verso l’alto da una forza irresistibile. Sganciato il cavo di traino mi trovai a volare sullo sconfinato mare di dune, le lunghe ombre arrossate dalla luce calda del tramonto.
Ai suoi occhi comparve uno spettacolo indimenticabile. Un’immagine di bellezza sconvolgente, scolpita nei suoi ricordi in modo indelebile.
Quante volte ho inseguito la bellezza.! Si dice
Ma che cosa è la bellezza? Per lui è armonia che ispira una sensazione di tenerezza e dolcezza.
Pino Malara ha sempre rincorso la bellezza con il suo deltaplano, per esplorare il cielo, per poter godere di quei paesaggi mozzafiato, per sfidare i limiti e per vivere una sensazione di libertà e di brividi ineguagliabili. A distanza di anni conserva ancora nel cuore l’esperienza straordinaria di aver volato come un’aquila sulle cime di una montagna e a volte anche insieme ad un’aquila
Al ritorno dalla Tunisia ecco ancora a sperimentare un nuovo decollo molto particolare: quasi unico nel suo genere al Monte Cucco. Questa volta ci va con Angela, la donna che per lui rappresenta la bellezza perfetta, sia interiore che esteriore. Ad Angela, che aveva incontrato a Ventotene anni prima e che diventa un punto fermo nella sua esistenza, dedica pagine bellissime di questa autobiografia, ricordando le tante esperienze vissute insieme, come la crociera in barca, lo scoppio della caldaia del Gas . … il viaggio in Corsica, i numerosi viaggi con Avventura nel mondo, per conoscere altre culture: le Maldive, l’Iran, l’ex Persia in cui Angela aveva passato tutta la sua fanciullezza. La partecipazione alle regate della Lega Navale di Napoli. Il Viaggio in India, nel Decan e tantissimi altri ancora in giro per il mondo.
L’incontro con Angela, lo scrittore lo ricorda anche in un altro libro “Tempesta a quattro mani “ …Angela è oggi la donna della sua vita, è il suo angelo custode con cui programma e realizza viaggi interessanti
In queste memorie, l’autore ripercorre, minuziosamente, la sua vita, a partire dalla sua a nascita a Cala d’Oliva nell’isola dell’Asinara a mezzanotte e trenta, quando nel cielo la luna era piena e tutto intorno il paesaggio offriva di sé un’immagine idilliaca e di pace.
Ogni pagina di questo libro racchiude vicende, esperienze, emozioni e incredibili trasformazioni che hanno caratterizzato la vita di un uomo, dai primi scoloriti ricordi della sua infanzia, alla fanciullezza, alle nitide visioni dell’età matura. Un racconto avvincente, costruito come una specie di diario alternato tra il prima e il dopo, nel quale prendono vita volti, suoni, colori, sentimenti, amori, amicizie.
E’ il racconto di una vita piena, intensa, di continui trasferimenti da un luogo all’altro dell’Italia per il lavoro del padre, guardia carceraria all’Asinara prima, poi in Calabria, in Campania, ad Acerra e a Trieste, dove frequentò il liceo classico, la città che proprio in quegli anni, nel 1956, era passata all’Italia. Ed infine a Napoli.
Questo libro è una lezione di coraggio, di libertà e scoperta di sé.. un libro utilissimo come antidoto alla schiavitù della routine e dei condizionamenti. L’autore ci offre il suo vissuto personale, non per darci di sé un ritratto ideale, ma per passarci quanto la vita gli ha insegnato sul cammino. Che la libertà non è raggiungibile senza immaginazione e sogni, senza realismo e disciplina, e che la dote principale di cui ha bisogno è il coraggio.
Essere liberi lo si diventa», non basta né desiderarlo, né sognarlo, né avere la sensazione di esserlo, per diventarle realmente: essere liberi è una conquista continua e precaria, che dura tutta una vita