Di Luciano Scateni
Il volto della statuetta della Madonna di Trevignano rigato di sangue prova a fare concorrenza con la più accreditata madonna di Medjugorje, che inspiegabilmente avrebbe scelto il sud est della Bosnia-Erzegovina a una ventina di chilometri da Mostar per diffondere i suoi messaggi all’umanità. Tale Gisella Cardia, abbandona il lavoro di imprenditrice e assume il ruolo di veggente, media il rapporto tra la madonnina e i fedeli, rivela il suo messaggio mensile. La folgorazione della neo-veggente non sorprende, origina da un soggiorno a Medjugorje, dalla statuina portata a casa come souvenir religioso, che avrebbe pianto sangue nel suo salotto e si manifesta puntualmente il terzo giorno di ogni mese sul terreno acquistato con il marito sulla collina che domina il lago di Bracciano. La signora in questione trascrive su un suo quadernetto quanto le detterebbe la madonnina. Oggi, dice orgogliosamente il marito, Gisella “lavora per il cielo”. Non potevano mancare le stimmate e la veggente dichiara che in concomitanza con la Quaresima su mani e piedi compaiono le piaghe che hanno reso celebre padre Pio. Il risvolto economico del ‘miracolo’: le donazioni dei fedeli sono diventate consistenti! La Chiesa assiste passiva al caso di Trevignano.
È come uscire da un inestricabile labirinto: trovare un’ombra pur lieve nel pontificato di Bergoglio è impresa che scoraggia, ma a riflettere sul caso di astuti speculatori che truffano i fedeli emerge la responsabilità di Papa Francesco, titubante nel condannare la proliferazione di madonne e santi dispensatori di presunti miracoli, i profitti di personaggi senza scrupoli che ipnotizzano uomini e donne in condizione di fragilità inventando statue che lacrimano sangue, apparizioni e messaggi al mondo a scadenza fissa (Medjugorje), luoghi di guarigione inspiegabile (Lourdes), emuli di Cristo (stimmate di padre Pio), luoghi di attrattiva del turismo religioso con profitti multimilionari (Pietrelcina). Eclatante, frequente, è l’iniziativa di soggetti dotati di inveniva che attirano folle di credenti con il pianto di simulacri dei beati del Paradiso. Sono decine, forse di più, i fenomeni di statue con il volto rigato da lacrime e sangue che la Chiesa legittima, pur convinta che si tratti di inganni, talvolta svelati da semplici verifiche, spesso coperti da silenzio complice. Il coraggio di Francesco, papa innovatore, rivoluzionario, giustiziere dei mali accumulati nei secoli dal clero, non include il disconoscimento ufficiale dei finti miracoli e non si giustifica con il conforto dei credenti che sperano di essere miracolati. Allora perché il silenzio del Papa purificatore della Chiesa?