NAPOLI 0, ATALANTA 3: AL MARADONA STADIO IL DRAMMA DI UN’EX GRANDE SQUADRA.
Di Luciano Scateni
Non è la normale sfida tra due team della serie A: nell’ovale del Maradona Stadio, Napoli, la sua gente, il Sud vanno in campo, certo per i preziosi tre punti in palio, ma con l’obiettivo più alto di denunciare il secessionismo razzista che invade anche lo sport. Acerbi, giocatore dell’Inter, squadra e società della triade dominante con la complicità della stampa amica e delle potenti istituzioni calcistiche che la trattano con i guanti, insulta il brasiliano Juan Jesus, calciatore del Napoli che denuncia il grave episodio e riceve le scuse, per nulla convinte, pronunciate per evitare le conseguenze dell’intemperanza commessa. Del caso si occupa Gravina, presidente che in tanti giudicano come il peggiore di sempre. La sentenza del giudice sportivo è un capolavoro di spregiudicata subordinazione ai poteri forti del calcio: assolve Acerbi per ‘difetto di riscontri’ e Gravina dichiara: di essere contento, di credere ad Acerbi “perché è un bravo ragazzo” e promette di abbracciarlo. Esultano l’Inter, il giornalismo delle testate da Roma in su, Sky e non solo, molto sicuramente la Lega, la destra razzista. C’è questo e l’indignazione del Napoli e di Napoli nel prologo della partita che sta per cominciare. C’è Napoli intera e con lei tutto il sud a denunciare lo scandalo che Juan Jesus e i napoletani pretendono sia sentenziato e condannato. Non c’è Kvara, infortunato ed è un handicap di non poco conto e legittimo il quesito: “che fine ha fatto Natan?. Prima del via giocatori in ginocchio per protesta antirazzista e il verdetto del giudice sportivo. Arbitra il torinese Pairetto. Stadio sold-out e un gigantesco ‘No’ al razzismo. Attenzione, Miranchuk colpisce il palo ed è angolo quasi al via, al terzo minuto. Il Napoli agisce con il fraseggio fitto, l’Atalanta cerca la verticalizzazione. Aggressività dei bergamaschi e attenti alle percussioni di Zappacosta, Al decimo legnata di Raspadori contrastata da Hien. Molto attivi Politano e Anguissa, Napoli intraprendente. Come sempre incursioni di Mario Rui sulla fascia sinistra, dove però non trova Kvara. Traorè sembra a suo agio dopo le prime partite di studio. Difesa nerazzurra in affanno. Osimhen guadagna un corner con un gran numero definito ‘sombrero’ e anticipa i difensori, colpo di testa ma debole del nigeriano sbilanciato da Ederson su cross invitante di Di Lorenzo. A fare la partita è il Napoli. Vento fastidioso. Osimhen sembra più attivo rispetto alle ultime prestazioni. De Roon in superiorità numerica spreca una buona occasione. Miranchuk, sblocca il risultato grazie a una dormita totale della difesa napoletana. Assist involontario di Pasalic, zero reattività della linea difensiva degli azzurri, Meret incluso e diventa fatale il minuto 26. Zero a uno. Inutile protesta dei napoletani per un precedente di Scamacca. Doppio tentativo di Osimhen e Politano, pareggio sfiorato al 29esimo e la risposta dell’Atalanta è vicina al 2 a 0 con Pasalic che riceve l’assist del solito Miranchuk. Evidente i danni del forfeit di Kvara e dubbi sulla posizione di Raspadori, né carne, né pesce. Gasperini chiede ai suoi soprattutto di difendere il vantaggio. Giallo per Osimhen. Proteste eccessive. Hien per ora rende difficile la vita del nigeriano. Opacità di Di Lorenzo e non è una novità. Tifosi partenopei poco entusiasti e qualche fischio per questo Napoli in grigio. Raddoppia l’Atalanta al 45esimo. Scamacca ruba il pallone a Juan Jesus e non ha difficoltà a mettere in rete. 2 a 0 e il Maradona fischia gli azzurri con convinzione. Spogliatoi. Finora solito copione di questa opaca stagione: concretezza zero del Napoli, difesa non impenetrabile e strategia vincente delle avversarie che difendono con ordine e pungono in contropiede. Si delinea l’urgenza di fine campionato di rifondare la squadra con lo scudetto sul petto. Insoluto il problema del ruolo di Raspadori. Second time, cambi di Calzona. Traorè (perché?) e Raspadori out, in campo Zielinski, troppo presto messo in disparte perché esule e Ngonge. In vista la solita sarabanda di sostituzioni. Atalanta concreta, non lo è il Napoli. Giallo per Kolasinak. Il Napoli colpisce due pali, il primo di Zielinski, con un sinistro al volo, il secondo di Lobotka dopo una deviazione leggera di Osimhen. Tutto in trenta secondi al 55esimo. Ruggeri per Zappacosta, Lookman per Scamacca, Koopmeiners per Pasalic. Anguissa lontano dalla forma migliore. Djimsiti per Kolasinac e Lindstrom per Politano. La spinta del Napoli si attenua e i minuti passano. Venti minuti al 45esimo. Pali a parte nessun pericolo per Carnesecchi. Occasione per Lindstrom servito da Osimhen, ma titubanza e pallone perso. Toloi per Scalvini. Cambi Atalanta esauriti. Osimhen neutralizzato da Hien, bel problema. Simeone per Anguissa. Calzona prova un Napoli avanti tutta, ma il tempo è tiranno e non gli è amico, c’è già chi lascia lo stadio, specialmente dal settore tribuna, brutto segno. Giallo per Koopmeiners e per Di Lorenzo. Contassero i calci d’angolo gli azzurri sarebbero in vantaggio, ma così purtroppo non è, non producono nulla. Arriva il 3 a 0 con una rasoiata che Meret neppure vede. Gran gol di Koopmeiners, al minuto 88. Al Maradona stadio va in onda il dramma di un’ex grande squadra: stadio già quasi vuoto e fischi per i 5 inutili minuti di recupero concessi da Pairetto.