“Napoli, Napoli, Napoli…”

“Napoli, Napoli, Napoli…”

Di Luciano Scateni

Cosa fa difetto a Napoli perché alle prove generali di decollo del ‘nuovo rinascimento’, la capitale di un regno in via di restauro dia seguito con un volo ad ali spiegate, in cieli tersi, di un azzurro intenso? Il proficuo rollio in pista racconta la città dell’accoglienza, gli effetti collaterali positivi del fervore operativo di tutta la città. In tempi brevi, miracolo di San Gennaro, da Posillipo alla periferia da sempre marginale, l’intraprendenza dei napoletani ha ridisegnato il tessuto urbano: sono spuntati come funghi B&B, pizzerie, ristoranti e paninoteche. Sono inedite per Napoli le lunghe code di turisti per accedere ai musei, è un caso limite la prenotazione a sei mesi per visitare la Cappella di Sansevero, sono infiniti ‘like’ per la Napoli sotterranea, i ‘quartieri spagnoli’ rigenerati,  la forte suggestione per il mito di Maradona, il fascino di San Gregorio Armeno, le testimonianze delle civiltà greca e romana, l’immensa bellezza del golfo, le incursioni nella magia di Capri, della costiera amalfitana, l’atmosfera di festa permanente, l’accattivante sonoro musicale, l’allegria coinvolgente, ma…chi ricorda l’importanza della promiscuità di tutto questo con la Napoli operaia, del tessuto industriale, da est a ovest,  azzerato negli anni ottanta con le delocalizzazioni, avverte il peso di quest’assenza, dei riflessi negativi sulla tenuta democratica della città e sull’occupazione. I geografi di settore ammoniscono: la buona salute di Napoli, come di ogni metropoli, si misura con il metro dell’armonia ambiente-attività produttive. L’area dove erano insediati l’Italsider e la Sofer, la Cementir, l’Olivetti, è da quarant’anni lo spazio ideale per insediamenti produttivi di nuove tecnologie con scarso impatto ambientale, compatibili con la vocazione balneare di Bagnoli, che inglobi il polo di attrazione turistica di Nisida, splendida isola liberata dal carcere per minori e il recupero totale dei Campi Flegrei, di Baia, Bacoli, Miseno, potenziale paradiso in terra. Peccato, è fondamentale un progetto d’insieme con il crisma della fattibilità e un pool di super uomini al di sopra di ogni sospetto, da far lavorare in pace, ma sottoposti a una rigorosa cabina di controllo.

Accadràforse, nei prossimi secoliquando integerrimi marziani e venusiani planeranno sul nostro pianeta, su quel che della Terra sopravviverà alla disumana umanità.

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