Ola”, “Gracias”, “Lockdown”, “Reset”, “Happy birthday”
di Luciano Scateni
Vacanze estive a Marbella, enclave andaluso di promiscuità etniche come molti paradisi in terra dove la bellezza dei luoghi si combina con la perfezione dell’accoglienza e l’empatia con chi la rende piacevole. Lingua gradevole lo spagnolo e chiara affinità con l’Italiano. Port Banus. A sera si costeggia il molo che accoglie ‘barche’ prestigiose (la più sontuosa è di nobili britannici) e si accede alla frequentatissima pizzeria con vista mare. Il maitre ci accoglie con un cordiale ‘ciao’ e un cortese ‘bravi’ per aver scelto birra artigianale di produzione locale. Non ci risulta che una volta scoperto a utilizzare espressioni italiane sia stato multato, né che l’Accademia della lingua spagnola lo abbia severamente redarguito. L’arrivederci merita un “gracias” così simile al nostro grazie.
Ho una moglie che tornata in Italia mi dà il buon giorno con “ola”, con “ola” risponde al telefono e una volta alla settimana prepara la paella classica, alla catalana. Lei sì’, rischia ammende da 5 mila, a 100mila euro e di non essere considerata una brava patriota. C’è di peggio in famiglia. Una super nipote è a un passo dalla laurea da 110 e lode in medicina, in quel di Milano, università Humanitas, dove si studia e si parla esclusivamente in inglese e un super nipote, dopo la laurea in economia e commercio, è deciso a completare il percorso universitario con un master in inglese.
Capisco, è un errore rendere note queste trasgressioni alla proposta di legge di Fratelli d’Italia, primo firmatario il vicepresidente della Camera Rampelli. Il rischio è di ricevere verbali con l’ingiunzione a pagare tre ammende, anzi quattro, perché personalmente, nella scrittura quotidiana, uso inglesismi come stand by, back ground, e-mail, green economy.
Un giorno sì e altro pure, il precedente e il successivo, giornali e settimanali, siti di news, social, il planetario televisivo all’insegna del gossip, le agenzie di stampa, paparazzi e fotografi free lance, talk show: è una bella gara il loro chiacchiericcio che affida al pettegolezzo il like degli italiani di bocca buona, le vendite in più dei media specializzati nel racconto di fatti e misfatti dei cosiddetti Vip. Dominano il proscenio, illuminati da potenti spot, il caso del pancino prominente della superdotata di Diletta Leotta, le fa concorrenza il duello a suon di euro a sei zeri, tema le rivelazioni sui rapporti post matrimoniali dei separati tutt’altro che consensuali Totti-Blasi, sulla lite “questo è mio, questo è tuo” che occupa lo step attuale della trattativa divorzista. La starlet televisiva Ilary, che di suo fa conto su un sontuoso conto in banca, offre al Francesco bandiera del calcio giallorosso di rinunciare agli alimenti, sempre che le conceda la proprietà della villa abitata da sposi.
La disputa appassionante, nell’Italia di ‘Grand Hotel, è strategia vincente della distrazione di massa.