Oltre il cinismo
Di Luciano Scateni
Arrossiamo di vergogna per l’indegnità di associati all’indecente moltitudine di esseri viventi impropriamente definita umanità. La notizia: Matteo, un ragazzo che non vorresti come figlio e se lo fosse ti malediresti per aver immesso la sua vita su percorsi di sbandato, alla guida di una Lamborghini noleggiata (1.500 euro al giorno), auto cult per straricchi, è piombato su una piccola utilitaria. Muore Matteo, un bambino di cinque anni, e questo, secondo testimoni, il cinico commento del padre: “Tranquillo, daremo tanti soldi alla famiglia”. Soldi per cancellare la tragedia di una piccola vita stroncata? Per questa aggravante collaterale del reato, il giudice del processo per l’omicidio del bambino, dovrebbe prolungare il tempo della condanna. I ragazzi della Lamborghini, subito dopo la tragedia, hanno ‘immortalato la bravata’ filmandola e i social hanno premiato quella scelleratezza con migliaia di consensi.
Che nababbo è il padre del ragazzo se ritiene lecito che sborsi 1.500 euro per il noleggio di una Lamborghini e a sua volta, in altra circostanza era al volante di una Ferrari decapottabile (noleggiata), senza cintura di sicurezza, ‘sfizio’ regalato dal figlio, che incassa un sacco di soldi come protagonista di sfide estreme pubblicate su Youtube? Una rapida incursione del giornalismo d’inchiesta (che il ministro Nordio tende a zittire) recupera l’episodio di cronaca di cui il padre snaturato è stato protagonista. In passato (lavorava come cassiere della Presidenza della Repubblica) fu accusato di aver aiutato alcuni dipendenti a far sparire quattro milioni di euro. Schivato il processo penale, la Corte dei conti lo ha condannato per due volte a risarcire più di 400mila euro, ma è intervenuto il proscioglimento della Consulta. Resa nota da un testimone la denuncia del magistrato, di ‘pressioni’ ricevute prima di emettere la sentenza. Bella gente