Riflessioni sull’8 marzo
Pasquale Martucci – Ricevo e pubblico.
8 MARZO
È una festa
macchiata di sangue
e senza mimose
quest’oggi
Non posso neanche parlare
di indipendenza e lavoro.
Troppo il dolore
che piove dal cielo
sui corpi dei bimbi
e troppa la sofferenza
di madri
che piangono i morti.
Non posso barare
con carte
macchiate di rosso
o giocare all’otto di marzo
facendo gli auguri
alle donne italiane
scambiando con loro
confezioni
di baci
e gialle mimose odorose.
Troppe le donne orientali
violentate ogni giorno,
private dei loro fiori
con coltelli e rasoi.
Troppe le donne
bruciate sul rogo
dei loro mariti
e le donne nascoste,
velate da manti d’azzurro
che non fanno pensare
ai cieli puri,
piuttosto a cieli
in cui piovono bombe,
Donne che la legge
non protegge,
donne che l’uomo priva
di studio,
di una vita futura
o costringe
a piangere i figli
mandati a morire,
soldati,
per la follia della guerra.
Oggi non riesco a parlare
neanche della parità dei diritti
che tanto esaltiamo.
Ci sono baratri
di dolore,
abissi di sofferenza,
altrove
che mi fanno tacere.
Bianca Fasano