UNA SOCIOLOGA IN CUCINA – Cucinare: operare una trasformazione spazio-temporale!

UNA SOCIOLOGA IN CUCINA: Cucinare: operare una trasformazione spazio-temporale!

di Emma Viviani

sociologa in cucinaCucinare è creare una trasformazione dello spazio e del tempo!

Pensate ai movimenti che creiamo in cucina quando ci apprestiamo a fare la pizza, un dolce, oppure a preparare una pietanza un pò speciale perchè arriva un ospite.

Facciamo tutto talmente in fretta che non ci accorgiamo della rivoluzione spaziale ed anche temporale di cui siamo artefici!

Non c'è niente di prestabilito, tutto è in divenire e la materia prima rappresentata dalle verdure, dalle carni o pesci, dalla pasta e cereali aspetta solo di essere elaborata.

Lo spazio si trasforma, la cucina prende vita e l'ordine di poc'anzi diventa disordine. Un disordine creativo che permette al cuoco di sperimentare, di ricercare sapori diversi, sprigionando odori, profumi e soprattutto colmando l'ambiente di attesa.

La lunga attesa dei lievitati e poi l'attesa del tempo di cottura in forno; il luogo dove avvengono le trasformazioni piĂą impensate e dove il prodotto finale diviene la conclusione di un processo avviato mettendo insieme semplici elementi naturali, mischiati, rielaborati.

Ecco che spazio e tempo si dilatano, si restringono a seconda delle nostre esigenze dettate solo dal desiderio di conoscere il risultato della nostra operazione.

La nostra rivoluzione ha dato i suoi frutti! Ma in cucina regna ancora il disordine, quello evidenziato dagli utensili, dalle pentole e stoviglie usate…ed ora dobbiamo provvedere, perchè è giusto riordinare… ma questo è un altro capitolo!

Alla prossima!

La ricetta della settimana: “I nachos”

Ieri sera avevo ospiti e mi sono cimentata nella preparazione dei nachos, per vivacizzare la serata con un tocco di esotico proveniente dalla cucina messicana e vi assicuro che sono riuscita a sorprendere gli amici alla grande!

Prima di passare alla ricetta, è interessante conoscerne le sue origini.

I nachos messicani prendono origine dalla tortillia – tipo di pane fatto di farina di mais o di frumento, basso, non lievitato tipico delle popolazioni indigene del mesoamerica prima della colonizzazione – che vengono rielaborati con alcuni condimenti tra cui salse e formaggio. La loro origine viene attribuita ad un maître d’hôtel Ignacio “Nacho” Anaya di Piedras Negras che nel 1943 si è trovato ad inventare uno spuntino per le mogli di soldati americani che si trovavano a passare da lì per fare shopping. Il ristorante era già in chiusura e c'era ben poco a disposizione. Comunque Ignacio Nacho, volle accontentare le signore ed inventò per loro un piatto nuovo fatto con las tortillas tagliate a triangoli e fritte, condite con il formaggio cheddar grattugiato, accompagnate da peperoni jalapeno sottaceto. Anaya presentò il suo piatto come “ los nachos especiales” e piacquero talmente tanto che si diffusero velocemente nel suo ristorante. Oggi troviamo diverse ricette coi nachos, ad esempio io stessa li ho mangiati più volte a Londra serviti con la salsa guacamole a base di avocado e panna acida, ma sempre impiastricciati col cheddar e salsa rossa piccante.

Ricetta:

130gr.farina di mais

80gr farina bianca

7gr sale

80gr. di acqua

3 cucchiai di olio

paprica (facoltativo)

Si amalgamano gli ingredienti e si lascia riposare l'impasto trenta minuti.

In seguito si lavora il panetto suddividendolo in piĂą parti, da cui ricaverete una sfoglia a cui darete la forma di un cerchio, aiutandovi con un utensile rotondo, che suddividerete in spicchi. I triangoli ricavati verranno cotti al forno per 15-20 minuti dopo averli spennellati con un po' d'olio.

Semplicissimo, vero? Poi cospargeteli con le salse che preferite, una manciata di cheddar grattugiato, qualche fettina di peperone verde ed infornate 5 minuti.

I nachos sono pronti per essere gustati!!

adminlesociologie

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